Cos’è il Counseling?

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La definizione di counseling che potrete trovare ovunque è “relazione professionale di aiuto”. Ma cosa significa?

Nato intorno agli anni ’50 nell’ambito della psicologia umanistica, è il tipo di sostegno necessario a raggiungere quel grado di soddisfazione che deriva dalla realizzazione di se stessi.

Perché alcune persone sono realizzate e soddisfatte, e altre no?

Il counseling non fa diagnosi e non cura patologie: si rivolge a individui “sani” che si trovano in una situazione di momentaneo disagio legato alla difficoltà di esprimersi in armonia con se stessi e con i propri bisogni, ma anche a chi, senza necessariamente trovarsi in difficoltà, vuole migliorare il suo livello di soddisfazione personale.

Di conseguenza il counseling non prevede alcuna ristrutturazione profonda della personalità né lavora sul passato, ma sostiene e guida il cliente a un naturale processo trasformativo e positivo inquadrato nel “qui e ora”, consapevolizzandolo e attivando l’utilizzo migliore delle proprie risorse personali.

Per questi motivi e per il fatto che non propone terapie, il counseling non necessita mai di lunghi periodi di assistenza: poche sedute sono solitamente sufficienti a guidare il cliente verso il modo migliore di affrontare la situazione che lo ha fatto sentire in difficoltà.
In accordo con un dei padri del counseling, Rollo May, “il counselor ha il compito di «favorire lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità del cliente, aiutandolo a superare eventuali problemi di che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente nel mondo esterno […] il superamento del problema, la vera trasformazione, comunque, spetta solamente al cliente: il counselor può solo guidarlo, con empatia e rispetto, a ritrovare la libertà di essere se stesso»”.